martedì 31 luglio 2012

Game of Thrones: stagione due




   Non è passato molto dalla fine della seconda stagione di Game of Thrones, e già l'hype per la terza incomincia a crescere. Prima di addentrarmi nella recensione della seconda, lasciatemi dire una parola sul casting già annunciato della nuova stagione: PERFETTO. Nina Gold ha colpito ancora. Non c'è un volto che stoni tra i nuovi personaggi: la Queen of Thorns, i Reed, Thoros, Brynden Tully, Tormund... perfezione, perfezione, perfezione!
   Accantonato l'entusiasmo, passiamo alla seconda stagione. L'ho trovata leggermente inferiore alla prima, ma proprio di poco. Quello che mi ha fatto arrivare a questa conclusione è una seconda metà con alcuni difettucci strutturali. Arya ha passato troppo tempo a parlare con Tywin (anche se i loro scambi sono stati eccezionali), a scapito dell'azione ad Harrenhal; Jon Snow, la noia fatta persona, vaga un po' troppo a lungo in mezzo ai ghiacci con Ygritte; la morte di Renly è stata leggermente anticlimatica; ma soprattutto, Daenerys passa troppo, troppo tempo a Qarth. La benedetta House of the Undying viene nominata tipo un miliardo di volte, ma la vedremo solo nell'ultimo episodio: una decisione non troppo felice, visto che costringe la brava Emilia Clarke a ripetere di continuo le stesse cose ad un Jorah Mormont fin troppo riluttante a portare la regina a recuperare i suoi draghi.
   Game of Thrones è però una serie della madonna, e ogni difetto viene sempre fatto perdonare in qualche modo: così, le parti troppo stagnanti ad Harrenhal sono compensate dalla bravura di Maisie Williams e Charles Dance, nonché dalla figaggine del personaggio di Jaqen; Jon-faccia-da-pesce viene sbeffeggiato per la maggior parte del tempo da una frizzante Ygritte; infine, la storyline di Dany finisce col botto in una maniera inaspettata: non so voi, ma la punizione inflitta a Xaro e soprattutto a Doreah mi ha messo i brividi, soprattutto per la freddezza con cui Daenerys esegue il verdetto.
   Quest'ultima considerazione ne fa sorgere un'altra, cioè che gli autori abbiano modificato il materiale cartaceo in maniera maggiore rispetto alla prima stagione: la storyline di Dany ne è l'esempio maggiore, dato il poco spazio che il personaggio ha nel secondo libro, e viene introdotta una nuova sottotrama riguardante il colpo di stato a Qarth da parte di Xaro con conseguente furto dei draghi. Leggermente diverse anche le vicende di Jon e Qhorin, per quel che ricordo, e anche all'accampamento di Robb, che vediamo protagonista di una storia d'amore (molto più presente rispetto al libro) non con Jeyne Westerling, ma con una crocerossina di Volantis, tale Talisa. Non sono un purista dei libri, e i cambiamenti non mi hanno fatto quindi né caldo né freddo, a maggior ragione perché l'adattamento è comunque ai limiti del letterale. Anzi, ammetto che forse certe modifiche non hanno fatto che giovare all'economia della serie, evitando diversi spiegoni pesanti e complicati e snellendo la mole di personaggi secondari.
    Il lavoro degli attori è sempre encomiabile. Vediamo nuovi lati di alcuni personaggi, come il lato avvelenato e aggressivo di Cersei che nella prima stagione era un po' sottotono, la facciata di convenienza che Sansa deve adottare, la meschinità di Theon e la commiserazione che suscita. Tra i nuovi volti, segnalo la sensuale Melisande di Carice Van Houten, comparsa fin troppo poco, il già citato Jaqen di Tom Wlaschiha, la Margaery zoccoletta e ambiziosa di Nathalie Dormer, che spero di vedere molto di più nella prossima stagione.
   Il giudizio complessivo non varia di molto rispetto allo scorso anno: ci troviamo di fronte ad un adattamento eccellente, la cui priorità è il rispetto per la fonte cartacea e per i fan. L'amore che gli autori nutrono per i libri traspare tutto, qualità rara in un prodotto commerciale come questo.
   La HBO ha fatto di nuovo centro.

   Considerazioni sparse:
   - i draghi sono pucciosi, ma proprio pucciosi;
   - Shae è un personaggio infinitamente più figo che nella versione letteraria;
   - Cersei ubriaca è favolosa;
   - non ci poteva essere finale più figo che un'orda di zombie che si dirige verso il Fist of the First Men;
   - credo di essere l'unica persona sulla faccia della terra che AMA Ros.

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