venerdì 15 luglio 2011

Game of Thrones: stagione uno [Recensione]


Lo so, ho detto fin dall'inizio che avrei trattato solo di letteratura e narrativa in questo blog, e ora eccomi qui a recensire una serie tv. Se faccio un'eccezione è perché si tratta dell'anticipatissima versione per il piccolo schermo di A Song of Ice and Fire di George R. R. Martin.
L'ambiziosissimo piano che la HBO si è riproposta è di adattare ogni libro della saga in una stagione. Il progetto, considerato che raramente la HBO va oltre la quinta stagione di un telefilm e che il budget in gioco pare essere stato spropositato, suona quanto mai azzardato. Ma almeno una prima stagione c'è stata, e ce la siamo goduta.

Ora, prima di iniziare a parlare seriamente, vorrei dire un paio di cose:
1) a chi ritiene la saga di Martin un capolavoro di profondità e di ricchezza di tematiche narrative, e non vuole sentire ragioni perché A Song of Ice and Fire è la serie più adultissimissima e più letteraria di sempre;
2) a chi si indigna se le trasposizioni da libro a schermo non sono minuziosamente fedeli in ogni singolo dettaglio;
...bene, ho un messaggio per voi: AVETE ROTTO LE PALLE.
Parliamoci chiaro. A Song of Ice and Fire è intrattenimento puro. Potete cercare tutti i significati reconditi che volete, tutte le simbologie di questo mondo, ma resta il fatto che la serie è fantasy puro e semplice e va presa per quello che è.
Questo significa che sia un prodotto scadente? Assolutamente no. Ce ne fossero di più di saghe fatte così bene! Quello che secondo me riesce davvero bene a Martin è la costruzione di una trama di ampio respiro, che coinvolge un cast enorme di personaggi perfettamente caratterizzati. Non brillano certo per originalità, al contrario di quanto i fanboy possono affermare: abbiamo la regina bella ma stronza, il re ridanciano e rubicondo, il lord onesto che non si farebbe corrompere pena la vita, la principessa iperfiga con gli occhi viola e via dicendo. Se i personaggi risultano inquadrati tutti in un certo ruolo fisso, non possiamo di certo dire che non siano presentati con grande maestria.

La prima stagione di Game of Thrones, che adatta l'omonimo primo libro, è magistrale nel riprodurne lo spirito. Ma se per ovvie ragioni di tempo e di spazio l'ampiezza della trama è in un certo qual modo sacrificata, ne guadagnamo in uno spettacolo visivo di altissima qualità, e in personaggi resi più umani e sfaccettati di quelli a cui Martin ci aveva abituato. Non sempre le psicologie vengono riprodotte tali e quali sono sulla carta (e qui i puristi hanno avuto di che indignarsi!), ma a parer mio questo non è stato altro che un bene: abbiamo una Catelyn più materna e determinata, un Robb con molto più spazio, un Viserys totalmente pazzo e megalomane, ma il personaggio che forse ha guadagnato di più è Daenerys, a cui l'ottima Emilia Clarke ha dato una vena di vulnerabilità e di normalità che mancavano alla sua versione cartacea. Qualche riserva per Lena Headey, una Cersei molto meno avvelenata e focosa che gioca più sui toni sommessi e sull'essere subdola.
Eccellente anche il cast secondario (tra tutti Mia Soteriou/Mirri Maz Duur e Natalia Tena/Osha), e anche i membri più giovani: non ho mai amato gli attori bambini, ma qui sono tutti bravi e Maisie Williams (Arya Stark) è semplicemente favolosa.

Praticamente nulli i cambiamenti riguardanti la trama. Ammetto di non ricordare perfettamente quella del libro, ma ora come ora posso dire con sicurezza che l'unica modifica davvero significativa sia stata l'eliminazione delle parti ambientate a Riverrun e i relativi personaggi. Poco male: avendo visto la serie a distanza di anni dalla lettura del libro non me ne sono nemmeno accorto, ed è stato un bene affrontare la visione senza dei continui termini di paragone con lo scritto.

Vogliamo parlare dei difetti? Perché un po' ce ne sono stati, anche se si fanno perdonare largamente. Primo: l'abbondanza di spiegoni nei primi quattro episodi, che per carità, erano anche necessari, ma rallentavano di molto l'azione. Secondo: se negli episodi seguenti gli infodump sono diminuiti, non è stata una scelta felice quella di camuffarli con delle sexposition, affidate praticamente tutte alle orecchie della prostituta Ros, personaggio originale creato appositamente per la serie (e per gli spiegoni con tette, aggiungerei io: vedi il punto più basso dei dieci episodi, l'imbarazzante scena saffica con Littlefinger dell'episodio 7). Terzo: il taglio totale delle battaglie degli ultimi capitoli, che avvengono offscreen. Questo non è un vero difetto, anche se c'è la sensazione che manchi qualcosa, ma è servito a farmi riflettere su come potranno mai affrontare le ben più difficoltose scene di battaglia dei prossimi libri.

Trattandosi di un prodotto HBO, mi sento in dovere di aggiungere che violenza e sesso abbondano: abbiamo teste mozzate, lingue strappate, coltelli infilati negli occhi; e abbiamo anche degli abbondanti full frontal di svariate prostitute, un paio di nudi maschili, e degli abbondanti primi piani del sedere di Jason Momoa/Khal Drogo nell'episodio 2. Tutto reso con discreta classe, se consideriamo che tette e sangue sono praticamente la regola per la HBO.

Insomma, una prima stagione solidissima. Mai in tv il fantasy è stato più serio, lontano anni luce dal fantatrash a cui svariate serie ci avevano abituato. Buone anche le musiche e buona la regia. Strepitose le location: abbiamo la Scozia, l'Irlanda, e infine Malta, che ci regala una King's Landing molto più mediterranea di quanto mi sarei aspettato. E dulcis in fundo, menzione speciale per la fotonica sigla a ingranaggi (vedere per credere!).

Intanto è già partito il casting per la seconda stagione, e abbiamo già una Margaery e una Brienne. A rivederci alla prossima primavera.

3 commenti:

  1. Bada che una serie televisiva o un film non ha il problema dello ''show don't tell'', quindi per me alcuni spiegoni erano veramente di troppo.

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  2. Su questo sono d'accordo, è un problema che ho visto essere abbastanza presente nella prima metà della stagione. Mi sembra che però siano riusciti ad affrancarsene nel resto degli episodi, complice la familiarità del pubblico con i personaggi e i rapporti tra di loro.

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    1. Rorrim, mi sono reso conto solo ora di aver detto una cosa che già ribadivo nella recensione xD Perdonami, l'ho scritta più di un anno fa!

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